Edoardo Miola

2016
“SOS Pianeta” a cura di Fai Italia , Sondrio
“X-Change ”  Galleria Amy-d, Milano Photofestival
“Fore-X ” Mia Fair 2015, Milano   

2015
“La Parete d’autore”
Mostra permanente presso GB Gallery Genova dal settembre 2015
“Mustang, a borderland Fate “   Medlefors Folk High School and Conference Skelleftea Sweden
“Racconti di sabbia” Mia Fair 2015, Milano
 “Out of Norm” In Arte- Werkkunst Gallery, Berlino

2014
“Mustang – Un destino di frontiera”   
Spazio 53, Voghera

2013
“Le petit Royaume-Mustang Nepal” Galleria Paola Meliga, Torino

2012
“ Dejà Vù” Galleria Paola Meliga, Torino –  dicembre 2012 gennaio 2013
“Soi Cowboy”  Palazzo Rosso, Genova –  dicembre 2012 gennaio 2013
“ A cold breath” Gallery 1, Skelleftea  Sweden

Awards

“My lifestyle” Mia Fair 2015 , “Namibia#3”  1° place
“Nikon Photo Contest 2012-2013”, 
 “Communication” 2° place

 

Edoardo Miola (1954, Genova, Italia).

Edoardo Miola vive alternativamente in Italia, in Lapponia Svedese Svezia e Sud Africa. Laureatosi in architettura nel 1978, dopo aver visitato l’intera Europa, nel 1974 compie il suo primo viaggio in Asia, Iran, Afganistan . Dedica ampio spazio alla documentazione dell’area Sud dell’Africa del Nord Europa e Asia. Compone alcuni volumi di reportage di viaggio: Vietnam, Australia, Bangkok, Africa Australe, Giappone, Mustang. Il suo lavoro viene premiato al Nikon Photo Contest 2012-2013.

Trova nell’ esplorazione e nello spostamento la sua vera ragione di “stabilità”. In una sorta di irrefrenabile curiosità, è mosso dall’incessante desiderio di percorrere il Mondo. Riconosce al viaggio ed al “lento girovagare”, la più ampia valenza della conoscenza.

“Credo che una sorta di ‘vuoto’ iniziale aiuti ad avere spazio libero per accogliere ciò che accade intorno a me”.

«…Una parte fondamentale della mia ricerca è l’attesa: se si attende in silenzio, prima o poi accade qualcosa che capita di essere osservato dai miei occhi e raccontato dalla mia macchina fotografica. In quel momento, il fotografo scompare, diventa quasi invisibile.

L’attesa riempie il vuoto e fa scattare l’improvvisazione, anche se credo che – non si improvvisi a caso, ma che il caso aiuti ad improvvisare.

Mi piace che la mia fotografia rappresenti la natura, i popoli, le situazioni in cui mi imbatto lungo il mio percorso, non come un antropologo o come un giornalista tradizionale. Sono infatti interessato alle emozioni che posso condividere con chi osserva i miei scatti.»

Edoardo Miola (1954, Genova, Italy).

 Edoardo Miola finds in exploration and travel his one reason and definition of “stability”. He is spurred by an insatiable curiosity and never ending desire of traveling the world. In his own words, he thinks travel and the “slow wandering” to be the true essence of knowledge and discovery.

I believe that keeping the mind as an initially blank slate, helps to create an internal ‘void’, a space that allows what happens around us to register in our consciousness.

A fundamental part of my research involves waiting: if you stay still, sooner or later something to be observed by my eyes and be told by my camera eventually happens.

In that very instant, the photographer disappears and becomes almost invisible.

Waiting fills the void and triggers the power of improvisation, even though I believe that “one does not improvise by chance, but chance helps to improvise”.

Like in music, we know the techniques, know the songs, play along, and then improvise…

I like my photography to represent nature, the people I meet, situations that I come across along my path, but not as an anthropologist or a traditional reporter. I am interested instead in the emotion that I can share with whoever observes and enjoys my shots.”