Paolo Palazzoli
c.s
He Art   

20/04_04/05/2012

Quando l’arte diventa cuore – La ricerca spirituale si evolve misticamente nella bellezza della natura, nel bisogno di trovare nuove forme di contemplazione.
Lo studio dell’energia del colore legata agli elementi, o forze di guida del Feng Shui, approfondisce la ricerca… nella doppia chiave di lettura visiva di un’opera.
Il paesaggio interiore come luogo di pace e di ricchezza nel mondo dell’emozione è il monocromatismo per la giusta collocazione sia fisica che meditativa.

Testo critico di Anna d’Ambrosio:
Paolo Palazzoli presenta la propria poetica attraverso una interiorizzazione dello Spazio col quale resta in relazione cercandolo nella luce metafisica dei suoi oli. La ricerca dell’energia è parte integrante della sua opera come nel privato lo è l’armonia cercata e soprattutto condivisa con quanti lo conoscono e amano il suo lavoro.
Le opere presentate sono “ritratti” di architetture interne, vere porte percettive che visualizzano i punti cardinali dentro luoghi non orientati. I suoi interventi rendono visibili le linee di forza e le polarità energetiche, con i colori che dichiarano l’interesse che l’artista nutre per l’antica dottrina cinese del Feng Shui, trascrizione di due ideogrammi: “feng” vento e “shui” acqua, basato sul Tao processo cosmico in continuo divenire. Una metafisica della luce che si fa sempre più strada per trasformarsi in modelli e linee fluenti, in volumi prospettici aggraziati. Energia dei colori che dialogano con la dimensione del vuoto, inteso secondo il pensiero orientale.
Le opere di Paolo Palazzoli, dalle linee semplici e astratte, sono i punti modali che intercettano questa potenzialità creativa del vuoto in accordo con la teoria cinese dei Cinque Elementi o Wu Xing, che rappresentano varie parti del mondo naturale. La sua produzione artistica vede sperimentazioni di varie modalità espressive con una preferenza per quella pittorica dove le immagini figurative e segni astrali fluttuano sullo spazio bidimensionale. Il suo linguaggio tende all’astrazione divenendo potente e onirico grazie al fluido che rompe la brutale durezza della visione realista.
Il suo lavoro rende omaggio al più tradizione stile Shan Shui nel rispetto delle scelte, quelle dei paesaggi, meravigliosamente interpretato dai dipinti di Shen Zhou, artista della dinastia Ming (1467), nell’interesse filosofico per la natura e le connotazioni mistiche del naturalismo, secondo le tre componenti essenziali – I Sentieri/ Le Soglie/ Il Cuore.
Secondo Ch’eng Hsi: “Lo Shan Shui è un tipo di pittura che va contro la comune definizione di ciò che è un dipinto […] è un oggetto per la mente dell’osservatore e quindi assomiglia più a un veicolo della filosofia”.

Collaborazioni:
Testo critico Anna d’Ambrosio
Press Vittorio Schieroni
SenzaTempo
Scenografia Kubo Effetti Speciali
Allestimenti Bonsai Piccin

EosArte intervista
Exibart
Artribune
Seroxcult
Zero
UnDo